Immaginate di entrare in un palazzetto dello sport:
le tribune che pullulano di volti, gli inni e i cori dei tifosi riempiono l’aria, l’odore della vernice del parquet, l’odore del sudore e quello degli alimenti venduti nei chioschi; il pallone che tocca le mani: si avverte il peso che fa vibrare e piegare le dita, i colori delle maglie.
Provate a sentire l’adrenalina, la curiosità e quel senso di sfida che fa sentire vivi, come in una vera partita.
Venerdì, 22 novembre abbiamo incontrato un campione mondiale Giacomo "Jack" Sintini: abbiamo alzato la palla ad un giocatore leggendario, un gigante della pallavolo, uno che di partite difficili ne ha giocate davvero tante: nel campo da gioco e fuori, o meglio in un altro campo.
Jack, in campo come nella vita, racconta l’importanza di avere qualcuno che dica dove puoi migliorare e qual è il tuo talento: un time-out come occasione per riprendere respiro, osservare da una nuova prospettiva e riallineare le forze.
Ma il campione gioca solo? Dinanzi alle sfide, l’importante non è vincere da soli, ma lottare insieme: fare squadra vuol dire avere a cuore il successo di tutti i compagni: fare squadra è conveniente per tutti.
[...] Ognuno con il proprio passo ha bisogno di guardare e riprendersi le proprie responsabilità non quelle di tutto il mondo, consapevole però che la partita non venga giocata da soli… c’è una squadra che ti aiuta e ti sostiene.
Ciascuno ha un ruolo importante che a volte aiuta a contenere, a volte a fare punto [...] il ritmo del gioco è velocissimo: battuta, ricezione, attacco, difesa, punto. Bisogna sapere con esattezza dov’è la palla, quale traiettoria sta seguendo, a quale velocità, dov’è il compagno.
Il giocatore deve andare in profondità, affondare nel proprio coraggio e trovare nuove energie per rialzarsi, come nel "bagher" - un gesto che tradotto significa scavare. L’atleta si concentra sul processo: deve avere un obiettivo che raggiunge in un processo costante: [...] non devi concentrarti sul risultato, perché questo ti preclude l’azione.
Il valore non consiste nel non sbagliare ma nel saper ricominciare sempre.
Ogni grande risultato si costruisce con la fiducia reciproca con chi ti alza la palla, con chi la palleggia bene e con chi schiaccia oltre quel muro: un muro che a volte difende, a volte sembra insormontabile e invalicabile.
Qualche volta siamo giocatori, altre volte allenatori, capaci con generosità di vedere e gratificare negli altri anche quel talento che magari avremmo desiderato avere noi. I grandi traguardi si raggiungono con ripetizione, revisione, regolarità, costanza, pazienza e continuo allenamento: fare bene le cose che non ti piace fare.
E quando il set è teso - con la palla che passa da un lato all'altro del campo - non bisogna arrendersi.
Sintini ci ha testimoniato che saper respingere e poi accogliere è stata la sua più grande forza nella partita più impegnativa della vita: la malattia e la ripresa.
Come in un vero match, è risalito punto dopo punto, tante volte è arrivato al tie-break, come se fosse l’ultimo e poi ancora uno, e poi un altro ancora conquistando il titolo più importante: la vita stessa.
Ora Jack ci passa la palla: [...] poi ci sono le persone che vorrebbero vederci vincere, quelle che ci vogliono bene, quelle che per noi contano. Oggi giochiamo anche per loro! Quelle persone siamo noi, l’uno per l’altro.
L'intervista a Giacomo Sintini, curata da Marcello Boccardo, si è rivelata un vero e proprio match per il nostro cuore e la nostra mente. Siamo saliti sulle spalle di un gigante non per guardare il mondo dall’alto in basso, ma per capire che se il nostro sguardo sarà sempre alto potremo giocare qualsiasi partita.
Le grandi sfide non si vincono mai da soli: Jack ce lo ha dimostrato.
I Redazionari di HOLOS
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